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Ho mantenuto le notazioni esplicative delle lettere originali,
credo aggiunte dal colonnello Efisio Simbula , consegnate dattiloscritte a mia
nonna, la marchesa Immacolata Doyno in Spolidoro, dopo la sua proposta di assegnazione
della medaglia d'oro a Rurik (conservo anche gli originali di mio zio, scritti
su brandelli di carta di vario genere e di varia provenienza).
Le mie note ed i miei commenti sono invece in color mattone ed in carattere
ridotto al fine di distinguerli dagli originali. Alcune delle indicazioni sono
presenti solo nella prima lettera, nelle successive saranno evitati.
LETTERE DALLA PRIGIONIA
(materiale originale)
01 gennaio 1945 (BOLZANO).Adorata Mamma,
Ti ho scritto recentemente per via ordinaria, in occasione della festa di Natale.
Si inizia il nuovo anno ed io sono forzatamente lontano: lontano per modo di
dire, perché mi sembra di essere con te e con voi tutti e di abbracciarvi
e di augurarvi un anno felice. Quest'anno sarà certo così per
noi: ho la certezza che ci rivedremo presto per poter dimenticare nell'abbraccio
l'affanno di una lunga attesa e riprendere insieme, finchè sarà
possibile, il cammino. Strano destino che ci ha centrifugato da tredici anni
a questa parte in scuole, collegi lontani, terre straniere, prigioni, campi
di concentramento. Senza sortire altro esito se non quello di rinsaldare il
nostro affetto. Questo pensiero mi rende tollerabile anche questa lontananza
ed ogni altra che la vita mi riservi. Alcuni giorni prima di Natale ho ricevuto
vostre notizie in data ultimi di novembre. La notizia del fidanzamento di Genie
e Kemar mi ha commosso, un poco. Letizia, comprendete, ma anche rimpianto acuto
d'un giorno per il quale più penosa diventa l'assenza. Ho visto tutti
i vostri volti, sui quali la luce discreta delle lampade rifletteva calma beata.
Ogni ora perduta di intimità familiare svuota un poco l'anima e intorbida
i pensieri di amaro. comunque, letizia: comunicatela a Genie e Kemar, dite loro
che li abbraccio.
Il fisico dei "veci alpini" regge bene. Per ora non lavoro. Morale
alto come sempre. Il vitto è sufficiente, soprattuto grazie agli aiuti
di una fanciulla che tu, Mamma, già conosci. E' una fanciulla che è
entratat nella mia vita, ora che meno me l'aspettavo e alla quale mi sento molto
legato. Gianna si chiama (I).
E' buona e gentile con me. Io le sono grato per l'aiuto materiale e per il conforto
morale. E' una personcina semplice e anche graziosa: insomma la conoscerete
abbastanza presto, credo.
Sono, come sempre, in attesa di vostre notizie: particolari di ognuno, progressi
di Roberto, salute di mammina e di Flora e tutto insomma. Ogni cosa più
insignificante che mi scrivete è per me motivo di soddisfazione. Ora
vi abbraccio forte tuti e bacio molte volte a lungo Mamma e Roberto. Cari saluti
al signor Juan e a Elsie e alla matricolina. Rurik
I)si tratta di Gianna Mazzucco da Longarone, già citata nella lettera precedente.
Questa è l'ultima lettera ricevuta da Rurik. Nella successiva c'è una lettera inviata a mia nonna da Gianna nell'agosto del 1945. Stranamente nessuno dei miei zii (e nemmeno mia nonna) volle in alcun modo, dopo quell'ultima comunicazione, mantenere i rapporti con la signorina Gianna (che probabilmente lo avrebbe meritato, anche solo per quegli ultimi giorni con Rurik). In quest'ultima lettera c'erano, poi non dattiloscritte nelle lettere ufficiali, anche poche righe scritte dalla signorina Gianna, che riporto integralmente:
Rurik ha esagerato sul
mio conto, dicendo di me troppe parole belle. Vorrei veramente poterlo aiutare,
ma è tanto poco quello che posso fare per lui. Comunque state tranquilla
che io in quel che posso gli sono e gli sarò vicina, poichè vostro
figlio, oltre che essermi caro, lo stimo molto, più di qualsiasi persona
incontrata prima d'ora. A voi che siete la sua Mamma, con la speranza di avere
il bene di conoscervi un giorno porgo i miei più affettuosi saluti.
Gianna Mazzucco
quindicesima lettera..............................................
lettera di Gianna
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