L'ABBONAMENTO
L'Anaconda (la mia adorata bambina) quest'anno si è
voluta pagare l'abbonamento.
Si tratta della tessera estiva per i gigabagni in cui trascorriamo le nostre
estati (e spesso anche gli inverni).
Pur guadagnando qualcosa (come praticante avvocato), si è trattato di
una spesa significativa, ma Lei ha insistito lo stesso al fine di contribuire
alle mie dissestate finanze, evitandomi un salasso quasi mortale.
Così sono tre o quattro giorni che la Piccola Arpia approfitta del Suo
sforzo economico sfruttandolo in maniera adeguata.
La questione è che non Le basta prendere il sole, fare
i bagni e tutta la caterva di altri servizi offerti dal posto (bar, ristoranti,
parrucchiere, tabacchino, giornalaio, pizzeria, nautica, motonautica, autonautica,
piscine varie, etc. etc.[purtroppo Lei non gioca a calcio-tennis], il tutto
in piena città, a cinquecento metri da casa ed a seicento dall'ufficio)
e così pretende anche di stare in compagnia.
E, per la precisione, in compagnia della Strega.
Ora la Strega è assolutamente incontrollabile e, come già sapete,
cattivissima, quindi risulta praticamente impossibile prevedere cosa farà
e quando lo farà.
Quindi l'Anaconda si incazza come una belvetta e, non volendo
stritolare la propria madre tra le sue spire assassine, si sfoga con me.
L'ultima sua uscita è stata: "Se lo sapevo col cavolo che li spendevo
stì soldi! il prossimo anno me ne vado per conto mio."
Io, ingiustamente, ci sono rimasto di merda e, dopo averLe dichiarato che avrei
provveduto a farLe riavere il denaro "sprecato", ho afferrato la prima
maschera che ho trovato e mi sono buttato a mare.
Trattandosi di maschera comprata per i miei figli quando avevano quattro e due
anni ho affrontato notevoli difficoltà ad inserire anche il naso nella
faccenda ma, con qualche ripiegatura delle cartilagini, sono riuscito ad assalire
i fondali.
Lì, finalmente, nell'ingannevole silenzio sottomarino
sono stato in pace. Curiosando tra pescetti ed erbe, tra polpi e grossi "fouli",
ho lungamente riflettuto e sono arrivato alla conclusione che tutti hanno il
diritto di essere incazzati, anche l'Anaconda, che pure adoro quasi sopra ogni
essere vivente.
Mi è apparso sommamente ingiusto il pretendere che siano tutti contenti
e vadano d'accordo.
Perciò ho deciso: facciano pure tutte le liti e le discussioni che vogliono.
Litighino, urlino, piangano e si fustighino amabilmente. L'essenziale è
che mi lascino fuori dalle loro umane vicende.
Poi mi sono reso conto dell'assurdità della cosa.
Si tratta di mia moglie (anche se Entità Malefica) e dei miei figli (anche
se Apprendisti Mostri).
Così ho cercato di uccidermi restando sott'acqua anche trenta o quaranta
secondi senza respirare. Ma non c'è stato nulla da fare!
La legge di Archimede e la mia ciccia traditrice mi hanno riportato vilmente
a galla.
Fallito anche come suicida!
Però, almeno, ho tentato.
Genova, maggio 2003
P.S. i "fouli" sono grossi granchi pelosissimi e coraggiosissimi che
richiedono particolari doti per essere afferrati con le mani. In caso contrario
occorre mettere in preventivo un trapiantino di falange.
L'Anaconda, al mio ritorno dalle acque, ha poi
avuto pietà di me ed ha perdonato il mio inconsueto moto d'insofferenza.
WEB
BASE:PUNTO PARTENZA |