IL SITO... Oggi (via email) mi ha scritto un Tizio. Il Tizio di oggi, per esempio mi ha precisato che la versione
del IV concilio di Toledo (databile, parrebbe, al 633 d.C., e da me posto incidentalmente
in rete nel mio sito sul Papato) non corrisponde alla versione più nota
esposta nella raccolta di un certo Migne (considerato, e giustamente, come il
supremo ed assoluto raccoglitore di tutti i Concili sino a circa il 1840). Naturalmente,
dato che come tutti i cretini non riesco a capire in che diavolo di buco potrei
riuscire ad infilarmi, ho ritenuto corretto evidenziare al mio gentilissimo
corrispondente la possibilità che ne esistessero (del testo conciliare)
versioni diverse, predisposte magari in luoghi differenti e, seguendo una prassi
costante della Chiesa, regolarmente modificate, contraffatte o alterate nel
tempo a seconda dei fini.
Per rassicurarLo ulteriormente gli ho anche inviato uno scanner
delle pagine del libro da cui lo avevo tratto (il Concilio di Toledo, intendo.
Summa Omnium Conciliorum et Pontificum, collecta per F.Barth.Carranzam, ed.
1691, Lione).
L'Egregio Tizio, terrorizzandomi, mi ha subito risposto affermando
che la faccenda era assai grave. Essa (la suddetta faccenda) richiedeva ulteriori
studi e ricerche specialistiche e, in prima istanza, almeno la formulazione
di un preciso programma di riunioni tra una serie di Assoluti Sconosciuti, illustri
rappresentanti di misteriose ed antiche Università sparse qua e là
per il mondo. Alcuni di questi Straordinari Tizi sono veramente pazzi!
E pensare che si trattava soltanto del IV Concilio di Toledo...figurarsi
se l'argomento fosse stato l'azione terroristica del Cristo oppure la società
matriarcale di quindici millenni addietro?
Veramente mi scrivono molti altri tizi, una parte dei quali, come forse ho già
raccontato, mi insultano o mi minacciano con consolante pervicacia e regolarità.
Un numero, per fortuna ridotto, insiste nel cercare di redimermi oppure di convincermi
dei miei torti, o, ancora, della Loro assoluta superiorità culturale
ed intellettuale (insomma, vorrebbero prendessi coscienza della loro genialità
e della mia inadeguatezza).
Ma alcuni (la maggior parte) mi scrivono a fini "scientifici" o di
ricerca e, quasi sempre, mi costringono a prendere atto di aver scatenato, involontariamente
lo giuro, slavine di ogni genere.
A quel punto, oramai in preda ad un panico che nemmeno la Strega, l'Anaconda
e l'Orso insieme riuscirebbero ad incutermi, ho dovuto comunicargli il mio grande
dispiacere nel non poter partecipare (alle riunioni) e nel non poterlo aiutare
(nelle ricerche, né lui né altri), essendo un malato terminale
in punto di morte.
In fondo si è trattato soltanto di una delle molte occasioni in cui,
vilmente, approfitto del mio stato di salute per evitare qualcosa.
Devo assolutamente stare più attento a quello che scrivo.
Genova, giugno 2004
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