IL REGALO...o la roba più ansiogena che conosco La Disgraziata Individua che ha vivacizzato la mia età
fertile mi ha costretto a mandare un regalo. Ho cercato di esaminare la faccenda nel modo più logico,
stilando un elenco di "qualità" personali del futuro destinatario: - professionista affermato Ci ho pensato una settimana, sceverando e diabolizzando la
questione come uno studioso di glottologia..., poi ho cancellato tutto e ho
detto a me stesso: "Vaffanculo!".
Sono andato nel mio studio, ho sofferto qualche minuto, poi
ho preso "LA MEDECINE ET LA CHIRURGIE DES POUVRES", edizione del 1740,
con la descrizione delle terapie meno costose che venivano allora somministrate
alla povera gente ( da notare già a quell'epoca una qualche attenzione
per i più deboli), l'ho incartato, imballato e spedito.
Dare via un libro è una sofferenza, ma lo dovevo fare.
Ed io odio i regali.
Non mi piace farli e non mi piace riceverli.
Non è colpa di alcuno, ma solo della mia pervicace asocialità
e della relativa insofferenza per gli esseri umani.
Comunque...così è.
Il carissimo amico, Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione all'Università,
che Le ha reso sopportabili, con alcune importantissime peridurali, la convivenza
con le due ernie L4/L5 ed L5/S1 che l'hanno fatta quasi dare di matto, DOVEVA
essere "specialmente" ringraziato.
Ma cosa regalare?
- studioso di vaglia
- colto ed inclito
- brillante socializzatore
- di squisita cortesia
- uomo di famiglia
- carissimo amico (non è una qualità, ma per me importante)
- capacissimo medico
Magari non gli piace nemmeno, ma non importa.
Per me è un dono del cuore e tanto basta.
Genova, 1 dicembre
2005
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