SAINT-TROPEZ

A settembre, tutti gli anni, Ella vuole andare a Saint-Tropez.

Ancora non ho ben capito perché, in considerazione del fatto che la precitata cittadina rivierasca è : A) noiosa B) solo turistica C)costosissima D)assolutamente uguale alle altre al di quà del confine.

Comunque, come in pellegrinaggio, noi regolarmente partiamo verso questo Shangrilà convinti (Lei almeno) di fare qualcosa di straordinario.

Alla frontiera, malgrado la mia ottima conoscenza delle normative Cee e della lingua francese, veniamo metodicamente fermati.

Alla faccia della libertà di circolazione delle persone e dei capitali io (che ho la classica faccia da italiano) vengo gentilmente e amorevolmente perquisito sino nei più reposti orifizi mentre Ella (faccia da austriaco) mi aspetta incazzatissima sferrando distrattamente qualche ombrellata casuale ai gendarmi francesi, i quali non osando reagire con la Vichinga si rifanno meschinamente su di me.

Dopo aver fatto rimontare l'auto nella più vicina officina (a prezzi francesi che è come subire un salasso di sangue) attraversiamo una serie di paesini tutti "pulitissimi" e giungiamo nel famoso borgo marinaro.

Sono le quattorrdici circa.

Alle ventitre finalmente troviamo un albergo.

Prezzo buono, camere pulite, piscina, prima colazione e gestori gentili.

L'unico piccolo neo è la posizione, circa 130 Km da Saint Tropez, ed il fatto che la mattina perderemo alcune ore per andare in paese.

In compenso l'aria sopra i duemila metri è frizzante e la neve ti fa venire un piacevole appetito.

E' anche vero che con una temperatura media di 2 o 3 gradi centigradi è un casino girare in shorts e maglietta e le ciabatte di plastica, a forza di essere usate nella neve, tendono a rompersi molto in fretta.

Comunque Ella è piacevolmente soddisfatta e questo basta e avanza.

Tutte le mattine nello spassoso percorso dai campi di sci fino alla baia di Saint Tropez, che ricorda vagamente il valico dello Stelvio, acquistiamo cinque o seicento ricordini ed una mezza dozzina di abitini di cotone che "In Italia così non ne fanno più!".

Dopo circa dieci giorni di via crucis ed aver superato la consueta perquisizione alla frontiera ( questa volta uno dei doganieri mi ha fatto anche delle proposte di vita in comune che sono stato tentato di accettare) ritorniamo alla base.

Ora per circa sei mesi Ella potrà parlare del ultimo "fantastico" viaggio a Saint Tropez.

Per i successivi sei parlerà, invece, del Suo prossimo "fantastico" viaggio a Saint Tropez.





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