PIZZA D’ASPORTO
Il Mostro ha cambiato attività lavorativa.
Abbandonando completamente ogni interesse nella distribuzione dei manifestini e/o depliants si è scatenato nella consegna a domicilio delle pizze.
"Vecchio stronzone!- mi ha detto civilmente - c’è un futuro nella consegna delle pizze a domicilio....E magari non solo pizze."
Dato e non concesso che intenda protrarre i suoi studi universitari fino ai quarant’anni ( età nella quale credo si passi da "abile" a "riservista") al fine di evitare l’orribile "servizio militare", era mia meditata opinione che la libera professione fosse una scelta prioritaria per i miei figli.
La dolorosa esperienza da lavoratore dipendente , oltre all’avermi stroncato la carriera, mi ha infatti anche distrutto psico/emotivamente, lasciandomi quello straccione che sono.
Per questo ho sputato sangue e bile per farli studiare e per assisterli nella loro educazione culturale.
A questo solo scopo ho sacrificato successo e ricchezza (si fa per dire) sull’altare della crescita dei figli (non male questa! ogni tanto ne dico di stronzate).
Ora questo babbione di un Orso , invece di esercitare l’antica e nobile arte del commercialista, come già potrebbe da un paio d’anni, mi si mette a fare il fattorino di pizze.
Per carità, io non ho nulla contro le pizze (che veramente mi fanno venire un bruciorino di stomaco, la qual cosa è già una condanna), però speravo almeno che il Gigante potesse darmi una mano.
Oltre a tutto un commercialista mostruoso, alto due metri e largo poco meno e con uno sguardo che definire belluino sarebbe solo un complimento, mi avrebbe risolto il problema più grosso della mia particolare professione : farsi pagare subito le maledette parcelle.
Vorrei proprio
sapere chi sarebbe in grado di dirgli di no, anche accampando le consuete scuse
di terribili lutti familiari, figli drogati, inflazione galoppante, corna, crollo
economico globale.
A parte che il
mostruoso pitecantropo non conosce la pietà (la paura credo di sì,
anche se teme soltanto l’Anaconda) e quel suo giocherellare con gli autocarri
rende tutti molto incerti sul da farsi (quando ne vede uno vuole subito spingerlo
di qua e di là. Ne ha già distrutti un casino), il solo fatto
che chieda qualcosa Ti rende quasi impossibile dirgli di no.
La Strega, dopo avermi mortalmente insultato come è sua abitudine, ha cercato di consolarmi dicendo:" E dai, Vecchio fallito malato, in fondo il bambino sta maturando. Prima o poi prenderà di sicuro il Tuo posto, anche se è un posto di merda!". Poi girandosi verso l’Anaconda , con molta cautela, Le ha chiesto:" Non pensi anche tu, tesorino, che il Piccolo faccia una cosa buona?".
La microbelva l’ha osservata per un attimo con distacco, come un reperto di laboratorio, poi , avvicinatasi paternamente alla Strega sua madre, Le ha sferrato un paio di pacche sulle natiche, come avrebbe potuto fare con un animaletto domestico, e ha citato:" Mala herba non interit".
Quindi mi ha guardato sogghignando beffarda e si è dileguata.
La Strega, attonita, si è sforzata di recuperare una certo equilibrio, non avendo capito un cazzo, e mi ha urlato: "Hai visto che avevo ragione, imbecille di un disgraziato! Anche la bambina mi ha dato ragione."
Mentre guardavo il Mostro gigante prepararsi per consegnare le pizze ( venti chili di gel , solo abiti firmati e, obbligatoriamente, su misura, scarpe delle dimensioni di un tir 16 ruote, solo un po' più costose) mi sono sentito mancare.
< Boia d’un mond leder> ho pensato <non potevo morire serenamente di cancro come tutti gli altri che conosco?>.
Poi, più tardi, seduto sul cesso, mi sono ulteriormente autocommiserato: <In fondo non me lo meritavo. Io non sono cattivo! Perché di tutti gli stronzi che ci sono in giro solo io devo convivere con il Linfoma?>.
Naturalmente mentivo per la gola.
Io con il Linfoma ci sto benissimo.
E’ tutto il resto che mi rompe i coglioni.
Genova, ottobre 1998
MC/