PADRE...?
Quatta , quatta scivola verso il tavolo da pranzo.
Esamina accuratamente gli spiccioli sparsi.
Da sotto le palpebre semichiuse La vedo irrigidirsi irritata.
Mi osserva un attimo, poi sbuffa e, decisa, prende il mio portafogli dai pantaloni appesi sulla sedia.
Ne estrae destramente qualche banconota che infila nei jeans attillati.
Un attimo di indecisione, poi mi si avvicina e, da circa dieci centimetri, mi urla :" DORMI ????".
Io mi tiro sù e rispondo:" No, no, Simi, dimmi pure".
Dopo un benevolo inizio del genere :"Nessuno mi ascolta in questa topaia, nessuno mi caga...!" Ella si lancia in un avventuroso racconto infarcito di giovanotti bellissimi e fortissimi che salgono con la moto sui seggiolini dei bar e di amiche bruttissime e cattivissime (pare anche di origini imprecisate e di pessimi costumi) che Le fanno indicibili nefandezze.
Confuso dallo svolgersi degli eventi, che mi ricorda vagamente, dal punto di vista stilistico, un pregevole connubio tra Liala e Omar Salgari, azzardo qualche domanda , al solo fine, lo giuro, di meglio caratterizzare qualche personaggio.
La piccola Anaconda/tigre mi si rivolta contro selvaggiamente:
"Ecco!?
Non c'è libertà in questa casa!
Sono come in prigione!
Questo da te non me l'aspettavo, Vado in camera mia, così impari!".
Ho come un vago senso di straniamento e mi rendo conto di essere pervenuto al mio livello di incompetenza.
Stupidamente soddisfatto della conclusione raggiunta (quale?), mi ributto sul divano davanti al gracchiante teleschermo e cerco di dormire.
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