Il RITORNO
Sono cotto completo.
Una giornata di lavoro duro, stressante, pieno di rogne.
Discussioni con il Funzionario del Gruppo, che non osa né ha occasione di darmi del coglione, ma la cui più grande aspirazione è di riuscire a dimostrare che ne sa più di un professionista abilitato.
Comunque, molto in fondo,...soddisfacente!
Io gli ho fatto fare la figura del minus habens almeno sei volte.
Sono le magre consolazioni che mi restano.
Arrivo finalmente alla porta di casa... e sento...
L'orribile rombo fa vibrare anche gli infissi del pesante portone blindato che chiude quella che una volta chiamavo "dimora".
E' Lei , che con la Sua arma più terribile, il Battitappeto Hoover Super power Super Plus da 8.000 Watt, sta sradicando i peli della moquette.
Apro la porta con le mani madide di sudore e già parkinsonianamente tremanti e penso, involontariamente ed ingiustamente, a tutti i vantaggi di cui godono i sordomuti.
Le luci sono tutte accese.
Circa dodicimila watt di illuminazione che Lei ha voluto per i nostri cento metri quadrati di casa e senza i quali "non era possibile vivere".
Praticamente un Set cinematografico.
Completamente accecato avanzo cautamente nel vestibolo e mi schianto sul tavolo da stiro.
Cerco di non cadere e mi appoggio dove credo sia il muro passando in volo attraverso la porta a vetri del salotto ed atterrando sul famoso tavolo di radica del settecento.
Mi rialzo alla meglio e , del tutto assordato dal rombo dell'Hoover ed accecato dalle alogene, mi avventuro nella direzione più probabile del corridoio.
Qualcuno mi afferra per un dito del piede e me lo torce selvaggiamente (In salotto mi sono spogliato come abitualmente faccio).
Cado pesantemente sul pavimento e, mentre mi massaggio la spalla irreparabilmente danneggiata, rilevo che il lunghissimo filo della Belva meccanica, probabilmente preso da improvviso affetto, mi ha legato con nodi gordiani quasi tutte le singole dita dei piedi.
Mi libero scalciando selvaggiamente e vedo con orrore le spazzole ruotanti dell'Hoover che cercano di mordermi.
Completamente stravolto alzo lo sguardo sulla Strega che controlla il mostro meccanico.
So di non riuscire a controllare il pianto, ma cerco lo stesso di darmi un contegno e dico:"Tutto bene, Cara...?".
"Vecchia belina!... guarda che casino hai combinato."- ringhia l'Orrida Arpia -"ora dovrò passare il Battitappeto di nuovo dappertutto.
Cretino!Testa di cazzo! ..........FALLITO!".
Recupero faticosamente una qualche dignità e mi alzo con la vacua baldanza del demente, pensando che almeno, prima di cadere nel solito stato comatoso, posso leggermi il giornale.
MI avvio verso la stanza da bagno.
Lungo il percorso vengo azzannato al portafoglio da "NON SCASSARE" e "FATTI I CAZZI TUOI".
I miei figli, così denominati, hanno infatti la certezza esistenziale che il Vecchio Cretino (io) non abbia altra funzione ed altro incarico se non quello di fornire i mezzi materiali per il cosiddetto "svago".
Per obiettività devo dire che, adeguatamente foraggiati, Essi compiono i loro doveri di studenti e di figli con grande abnegazione ed ottimi risultati.
Io comunque rimango un po' depresso.
Finalmente in bagno vomito il tramezzino delle dodici ed i due caffè pomeridiani.
Mentre ho la testa nella coppa del cesso rilevo, con occhi strabuzzati ed iniettati di sangue, eventi scientifici di straordinario significato: i miei familiari che hanno occasione di entrare ed uscire dal bagno (cioè tutti) sembrano possedere la visione selettiva del rospo.
Essi cioè non riescono a vedermi (forse in quanto perfettamente immobile e con il capo infilato nel gabinetto , come lo struzzo) mentre si pettinano, profumano, sbarbano etc.etc.
Dopo una trentina di minuti, debitamente anche se parzialmente ripulito, mi avventuro nel disimpegno.
La botola del soppalco , stupidamente lasciata aperta da qualche stronzo, mi colpisce con un jab all'occhio sinistro e , nel contraccolpo, Pippo ne approfitta per sferrarmi un gancio al rene.
Pippo, la scopa più selvaggia del West.
Maledetti attrezzi!
Ora ho scoperto le motivazioni esistenziali dei vari "LA CASA nn.1,2,3,4,5" e cosa sta dietro a "ZOMBIES" di C.Romero.
L'orrore dell'imprevedibile e dell'inconoscibile nelle cose di tutti i giorni.
Vi chiederete come mai il riferimento a "ZOMBIES".
Beh, io no...!
Io lo so.
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