EREDITA’ PERVERSA
URAR TV!
Stupida Entità dotata di spaventosa pervicacia e di perverso cinismo.
Nel lontano 1981 morì quell’ottima persona che, inverosimilmente, aveva collaborato alla integrale fattura della Strega, lasciando un’ottimo asse ereditario composto da: un televisore bianco/nero del 1952, due quadri di un certo Caviglia (sconosciuto amico del sunnominato padre della sposa), una pepiera ed un certo numero di piatti sbeccati.
A questa prima dolorosa perdita seguì, immagino per poter continuare a tormentarlo anche nell’aldilà, l’improbabile decesso di quella megera, "arguta megera" a dire il vero, di mia suocera Virginia .
La predetta lasciò ai figli (la Strega ed il Diabetico) soltanto il famoso televisore.
Nella mia assoluta stupidità e preso da un impeto di folle prodigalità decisi di affidare ad un’Opera Pia l’incarico di svuotare la casa dei miei suoceri (la Strega non voleva saperne assolutamente nulla: sosteneva che rovistare tra le cose dei morti porta il malocchio, anche se si trattava dei suoi genitori).
Ricapitolando, nel febbraio 1982 (data della morte dell’ultimo antenato) mia moglie, la disgraziata Stregaccia, non possedeva assolutamente nulla che fosse in precedenza appartenuto alla sua famiglia.
Tutto poteva ( e doveva) finire lì!
Da quell’imbecille di un gentiluomo che sono ho infatti sempre creduto di poter autonomamente provvedere ai bisogni della mia famiglia.
A parte il fatto che la Strega è, per quel che riguarda i danari, una specie di crivello (ad ogni buco che tappi se ne apre uno nuovo), non avevo considerato la pervicacia dell’URAR TV.
Nel 1984 il fantasmagorico Ente richiese il pagamento dell’abbonamento televisivo di mio suocero per il decennio 1971/1981.
Informato immediatamente da me in merito al sopravvenuto decesso, domandò il quantum per i predetti pagamenti a mia suocera.
All’invio del certificato di morte della Vecchia Megera, rispose con una pesante ingiunzione agli eredi.
Questa volta il periodo di riferimento era 1981/1984 (ormai era trascorso del tempo e, forse, si erano prescritte le annualità precedenti).
In considerazione del mio mestiere (commercialista) e delle urla di dolore emesse dalla Strega all’arrivo di ogni comunicazione relativa al malefico televisore, decisi di prendere il toro per le corna (forse avrei fatto meglio a prenderlo per le balle) e predisposi un ricorso all’intendenza di finanza ed alla pretura di Torino (competente per territorio).
Ormai divenuto il diretto bersaglio nominativo dell’URAR TV, da allora venni perseguitato annualmente da ingiunzioni, lettere minatorie, appostamenti di esattori prezzolati, riuscendo ogni volta ad interrompere le procedure con l’invio del precitato ricorso assolutamente immodificato salvo per la data, che provvedevo puntualmente ad aggiornare.
Oggi, finalmente, una novità: l’ingiunzione recapitata stamattina non è più diretta a me o agli eredi, ma, nuovamente, a mia suocera, deceduta nel 1982 (sedici anni fa), e , facendo esplicito riferimento al suo decesso, la accusa "in personam" di non aver provveduto, proditoriamente e perfidamente, al pagamento del canone televisivo limitatamente all’esercizio 1984.
Naturalmente invierò un altro ricorso, questa volta ulteriormente modificato, che firmerò "Virginia Maiella, la deceduta", tanto per fare lo spiritoso.
Il bello di tutta questa storia è che, mentre i miei suoceri possedevano un solo televisore , in bianco e nero e senza telecomando, per cui corrispondevano regolarmente il canone, io, da oltre vent’anni, ne possiedo una decina, ultramoderni, e non mi sono mai sognato di pagare un maledetto citto a quegli stronzi deficienti dell’URAR TV.
E, a questo punto, me ne vanto!
Genova, ottobre 1998
MC/
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