COLF 1
Completamente stravolto dallo sbilancio contabile di due o tre lire su cui sto lavorando da oltre sei ore di cui non riesco a trovare l'origine, afferro il ricevitore prima che il maledetto "DRIIINNN...." mi faccia dar fuori di testa.
"Pronto..?!"
E' la domestica arpia, la Rosa, che mi comunica con sussiego l'importanza di pagare i suoi contributi trimestrali entro il dieci del corrente mese.
Le faccio cordialmente presente che oramai è il 15 e che non sono ancora arrivati i moduli obbligatori per i versamenti.
La vecchia strega insiste sull'assoluta necessità di assolvere alla prescrizione di legge entro i termini, pena oscure minacce di orribili ritorsioni sugli infissi di casa mia.
Sulla porta del mio ufficio appare la Cristina, la mia capo reparto, con una tonnellata di contabili da supervisionare.
Cerco disperatamente di prendere tempo.
Dico alla domestica di lasciarmi pure la contabilità da vedere ed alla Cristina che Le pagherò i contributi quanto prima.
La Rosa mi urla al telefono che Lei è tenuta solo a pulire la casa e non intende assolutamente fare i vetri o delle porcherie da assatanati come la schifosa contabilità, mentre la Cristina mi chiede se la società per cui entrambi lavoriamo ha dei problemi finanziari, visto che i contributi li voglio pagare io.
Mi viene da vomitare e mi sento svenire.
Sbatto giù il ricevitore, rinviando le spiegazioni a più tardi, e cerco di assumere un aria professionale.
"Ci sono cose che è meglio non sapere." Dico alla mia caporeparto. "Ora vado a prendere un caffè.".
Come cazzo mi sono messo in questo maledetto impiccio?
Non potevo prendere qualche tangente ed andare in prigione a riposare come tutti gli altri?
1992
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