CHE CAZZO!
Mi presento ad Ematologia 1 il lunedì mattina, alle 7,30.
Doppiopetto scuro di Basile, camicia in crespo di lino Van Doorn, cravatta Capper Happer di Detroit, bretelle olandesi Mijen Heer e scarpe nere di Prada.
Un vero manager anni '80, immerso nell'understatement più conformista e con un atteggiamento formale, da duro tranquillo,... ma completamente calvo.
I soliti quattro buchi, emocromo, prelievo midollare, etc.etc., visita controllo della terapeuta (brava donna, ma appassionatamente rincoglionita) ed esame della situazione complessiva.
Conclusione: sfiga discreta.
L'Ottimo Cancro procede a passo di carica nel processo di invasione.
La chemio non serve quasi ad un cazzo!
Per buona sorte il mio organismo se ne fotte allegramente sia della chemioterapia sia del cancro , continuando a funzionare come un orologio svizzero, di quelli per gli eternauti.
E' vero che ho nausea tutti i giorni, che quando mangio mi sento male, che quando vado di corpo mi si rovescia il cervello e che quando gioco a pallone devo teleguidarmi, ma continuo a fumare come una puttana ed a fare tutto quello che facevo prima, dormendo quattro stronze ore per notte.
Io , evidentemente, credo di essere un bue ed il mio organismo ha l'assoluta convinzione di essere immortale.
Loro ( il mio team medico, sicuramente il migliore d'Europa), che lavorano seguendo protocolli standardizzati, non hanno molta scelta:
bisogna andare avanti nelle terapie.
Garanzie zero, probabilità una bella sega, ma non c'è altro da fare.
Dovrei essere sconsolato, invece me ne frego.
Ho l'innata credenza che ci sia una falla nelle loro prognosi e che stiano disperatamente cercando di ammazzarmi con terapie sempre più pesanti per farmi rientrare nelle statistiche dei loro lavori.
Beh! questa volta hanno ceffato.
Questo mio malefico corpo si adatterà alle terapie più in fretta di quanto sia prevedibile e, in perfetta simbiosi con il Tumore, adotterà i meccanismi più perversi per sopravvivere allegramente.
Non posso certo raccontarlo in giro, ma me lo sento: né Linfoma, né terapia mi ucciderà.
Arrivo a casa dopo le varie flebo (ormai sembro un colabrodo) e mentre mi cambio mi scervello su cosa dirò alla Strega del mio cuore.
Non posso dirLe che reputano io stia morendo, non posso dirLe che guarirò (la pensano tutti in altro modo) e sono più disperato di doverLe dire qualcosa che di avere il cancro.
Piano piano, Le racconto di improbabili soluzioni, di possibili sviluppi, di miracolose terapie e, lentamente, riesco ad acquietarLa.
VederLa soffrire e preoccuparsi mi rende nervoso, quasi pazzo se pure fosse possibile .
Posso affrontare agevomente la mia sofferenza ed eventualmente la mia morte, ma non essere causa di dolore per mia moglie e per i miei figli.
Forse sono stupido, ma mi piaccio un sacco.
Che cazzo..!
ocram 10-1995