LA COSTIERA
Sono passati venticinque anni!
Esattamente il 14 luglio 1972 la Strega decideva di prendermi come schiavo personale e minordomo (maggiordomo sarebbe troppo).
Ora la Mostruosa Entità che mi ha costretto a due parti cesarei ha deciso di festeggiare le nozze d'argento (peltro sarebbe più appropriato) con costosissimi frizzi e lazzi.
Vi premetto che in Tunisia non è riuscita a vendermi, dato che giravo con un gigantesco cartello sulla schiena, che mi ero fatto scrivere dal fotografo aborigeno del Blue Club, dove segnalavo di essere affetto da malattia incurabile (il mio amorevole linfoma) e da priapismo.
Dopo lunghe e laboriose trattative la Strega ha accondisceso ad accettare due viaggi invernali (Kenya e Sri-Lanka), una decina di milioni sul suo conto ed un appartamento sul mare.
Però così avrò almeno il tempo di rapinare qualche istituto bancario o di vendere qualche organo.
Per intanto, come contentino, vuole passare tre o quattro giorni sulla Costa Amalfitana.
Cosi i primi di agosto (bella scelta del periodo!) controllata la schifezza blu copiativo, preparati i bagagli, quattro bauli della Strega, due bauli dell'Anaconda, che ci accompagna, ed i miei, un sacchettino di plastica della Basko, siamo partiti.
La schifezza blu copiativo è una Polo catalizzata 1300 cc., che è convinta di essere un ferrari testarossa e che io sia la reincarnazione di Manuel Fangio.
In poco meno di quattro ore abbiamo percorso il migliaio di chilometri che ci separa dal nostro rifugio amalfitano, una deliziosa casetta trilocale con fasce (coltivate) sulle alture di Pogerola che la nostra colf millenaria ci presta quando ne abbiamo bisogno.
La precitata colf, a dire il vero, ormai è più una vecchia zia brontolona che una prestatrice d'opera.
Lavora nella mia famiglia da un paio di centurie e, più che farsi pagare, ormai chiede soltanto consigli medici e raccomandazioni ad eminenti professori, dai quali si diverte a farsi visitare diverse volte all'anno.
Comunque Amalfi è uno splendido posto.
La gente è gentile e piena di calore, soprattutto con noi "i genovesi" e, quando arriviamo, ci porta sempre in regalo perini e limoni in quantità.
Solo che alla Strega non gliene frega un tubo.
Infatti noi passiamo tutto il tempo in una terrificante località turistica, dove sei costretto a conquistare il tuo pezzo di spiaggia a colpi d'ombrellone e la densità della popolazione è di circa ottocento persone a metro quadro, che viene chiamata dai locali (peraltro assai colti) "reeking hell", mentre sulla cartina viene indicata come Positano.
Il soprannome deriva dalle migliaia di battelli, presumibilmente a vapore, che approdano continuamente scaricando turisti e lasciando il mare nero e ribollente dai detriti della combustione rilasciati dalle potenti caldaie.
Il tasso di inquinamento fa sembrare Genova Centro un ridente paesino della Marmolada.
Io me ne sbatto perchè ho il mio cancro che mi protegge, l'Anaconda , dopo aver osservato che tutti i giovanotti in circolazione sono sotto il metro e novanta si è disinteressata di tutto quanto non sia un libro e la Strega , di dura razza cimmera (credo sia lontana parente di Conan il barbaro), se ne fotte degli aspetti climatici dell'ambiente.
Tutto quello che Lei vuol sapere e se ci sono negozi.
Dopo tre giorni di avanti indré tra Amalfi e Positano, di lotte furibonde per uno spazio vitale sulla spiaggia (per me e per l'Anaconda che , ormai nera come il carbone, legge in continuazione , mentre la Strega si caga sul materassino e si allontana all'orizzonte la mattina per riapprodare alle cinque pomeridiane ), di coltellate con i boutiquai (gestori di boutiques) per un piccolo sconto sulle somme spaventose consumate dalla Malefica Soggetta nell'acquisto di "qualche cosuccia per me e e per la Tua bambina", finalmente Idda ne ha avuto a sufficienza.
Naturalmente, dato entrambe le mie donne (donne? Mah!) sono dotate di grande buonsenso, la partenza è fissata per le ore 01 del 10 agosto.
La serata precedente è trascorsa in bisboccie (era l'ultima sera) e la giornata al mare dal mattino alle sette fino alla sera alle ventitre ("Sù Vecchio Stronzo! E' l'ultimo giorno.").
Partiamo in orario come cronometri svizzeri.
All'una e venticinque mi addormento al volante sui contrafforti di Revello.
Nessuno si accorge di nulla perchè l'Anaconda e la Strega si sono assopite da almeno venti minuti.
Mi risveglio a La Spezia alle 10 del mattino.
Naturalmente sgrido severamente la schifezza blu copiativo perchè, invece di dirigersi direttamente verso casa, approfittando della mia distrazione, deve aver perso tempo per visitare Rimini o Mestre
o addirittura Vienna. Ma con un rauco brontolio il folle meccanismo mi spiega che ha avuto delle difficoltà con i diversi benzinai incontrati sul percorso.
Rappacificato le batto qualche amorevole pacca sul cofano e sveglio le due Disgrazie.
Immediata richiesta di colazione con chifferi, brioches e caffè dietetici.
Soddisfatte le belve riparto verso casa ed in poco meno di trenta minuti posteggio in Via Granello.
Sono ancora lievemente rintronato e faccio per dirigermi sul mio divano prediletto quando mi ritrovo di fronte la Strega e L'Anaconda, abbronzate come cubane, truccate come la Carrà e abbigliate nei loro acquisti positaneschi.
"Ehi! non avrai mica intenzione di lasciarci quì a marcire?" mi apostrofa la piccola serpe che mi azzannò il seno.
"Forza, andiamo al mare." rincara la Strega.
"Un attimino, scusate, dovrei andare in bagno", ho la forza di replicare.
Vomito anche l'anima!
E mentre guido verso il gigantesco stabilimento balneare , laonde le due Arpie possano degnamente esibire abbronzatura equatoriale ed acquisti alla moda, penso alla sfiga di non nascere lappone.
Già, perchè le due streghe odiano il freddo!
Novembre ‘97
MC/