UN FUNERALE...cazzo!?

Ci penso fino alle 11 (dalle 5,30 del mattino) poi ci vado. E' morto un amico, un amico di quand'ero ragazzo. Era una brava persona. Buona, simpatica e parecchio casinista (almeno allora!). E' il terzo in pochi mesi e cominciano a girarmi alquanto le balle.

Sono un po' confuso e continuo a pensare a vuoto, tanto da non farmi nemmeno la barba.

C'è un mucchio di gente...ed un buon numero è troppo giovane perchè io possa conoscerlo. Al solito entro un attimo in chiesa e poi esco a fumarmi le mie sigarette (sono agnostico e mi sembra insultante sia per Giorgio sia per dio fare finta di credere. Ah!... il mio amico si chiama Giorgio..., anzi si chiamava... No! per me si continua a chiamare Giorgio. Nessuno dei miei muore veramente finchè è dentro la mia testaccia di cavolo).

Esce la bara e dietro tutti quanti. Come al solito la gente si riconosce, si saluta e commenta pacatamente. Io, che sono parecchio imbranato, preferisco sempre starmene in disparte. Non so mai bene che cazzo dire e poi sospetto che non lo sappiano nemmeno gli altri.
Ed ecco che la maledetta faccenda si ripete!
E' già successo le due volte precedenti e mi fa ridere un pochino e piangere un pochino. Uno per uno mi vengono a salutare tutti! Visualizzo la cosa dall'alto e sembra una lenta e casuale processione. Mi abbracciano con affetto, mi chiedono come sto e come va la famiglia. Le solite cose, insomma..., ma...c'è qualcos'altro! Vedetela dal mio punto di vista: sono dodici anni che mi fanno una chemio dietro l'altra, radioterapie, interferoni e porcate varie, dodici anni che sembro sempre sul punto di steccare! Questi bastardi mi fanno sentire come se non proprio il prossimo, quello dopo dovrei di sicuro essere io.

Oddio! anche se l'idea non è del tutto di mio gusto non rinuncerei a questa cosa per nulla al mondo. E' una bella dimostrazione di amicizia: mica tutti possono essere sepolti da vivi ed a poco a poco. Vedendo e persino odorando la preoccupazione dei tuoi antichi amici, leggendo il loro affetto in occhi che hanno trattenuto la tua immagine per cinquant'anni. E' una roba persino lirica!

Mi districo con difficoltà e mi allontano verso il mio casco (lo lascio sempre a qualche gentile esercente, perchè non mi sembra bello andare ai funerali col casco) e la mia vespa quarantenne color merda di piccione. E, mentre l'Anaconda mi sgrida sul cellulare perché "quelli malati devono stare in casa e non andare a fare casino di qua e di là", ripenso, quasi senza ascoltarla, a tutte le mattane che ho combinato con Giorgio e resto stupefatto!

Insieme a lui non sono mai stato capace a far del male a nessuno! casini sì..., tanti..., ma tutti senza dolore e senza sofferenze.

Probabilmente Giorgio mi faceva bene, mi influenzava positivamente...già perchè da solo, invece, riuscivo sempre a far soffrire buona parte di quelli/e che incontravo.

Trant'anni per imparare a rispettare le persone e a non rompere i coglioni sono proprio tanti. Troppi anche per me!!

Cazzo Giorgio!...mi dispiace veramente.

Genova, febbraio 2002






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Marco Capurro

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