Little Tony assolutamente no! (cuore matto)

Da qualche tempo ho dei problemi a respirare, una maledetta fame d'aria e la senzazione (sensazione un cazzo!) che il cuore perda dei colpi.

La sola idea di avere il "cuore matto" cantato (mah?) da Little Tony mi preoccupa molto, anche se sono già felice che non sia una conseguenza di problemi sentimentali.

In considerazione dei probabili effetti collaterali delle terapie neoplasiche e del malefico Linfoma che mi segue piacevolmente, mi autoprescrivo un ecocardiografia (nel senso che dico al mio medico di famiglia che il mio ematologo mi ha ordinato l'esame), naturalmente senza farne parola a nessuno dei mostri con cui conmuoio ("convivere" è un termine eccessivo per la fattispecie in questione).

La gentile dottoressa che mi esamina, dopo aver espresso stima ed apprezzamento per le lezioni di istologia di mio padre (deceduto 16 anni addietro), riscontra un certo numero di difettucci (prolasso della valvola mitrale, insufficienza portale, ipocinesia generale del sistema, irregolarità elettriche diverse) e mi consiglia di prendere seri provvedimenti (cominciando, come quasi tutti i dottori, ad intimarmi di smettere di fumare e di mangiare porcherie).

Sono parecchi mesi che , per ragioni diverse, ho cessato ogni attività fisico/sportiva ("sportiva" da sola era anch'essa una esagerazione), così, prima di fare altre belinate, mi rileggo il dialogo sui massimi sistemi (Galileo) e decido di iniziare una verifica sperimentale (lascio perdere le stronzate moderne come il "doppio cieco" perché tanto non riuscirei a trovare altri soggetti nelle mie condizioni che mi permettano verifiche incrociate e poi non credo esista una ginnastica placebo).

Recupero i miei manubri da 15 kg. (l'Orso ormai li usa per esercitare le singole dita delle mani) e cerco di ricordare come diavolo li usavo.

La prima sera ho dolori da tutte le parti..., quasi non riesco a camminare ed alzare la forchetta è una sofferenza indicibile. La sera dopo per sedermi adotto la tecnica dello "scivolamento trasversale": le gambe mi dolgono della maledetta.

La terza sera non sento più male da nessuna parte e, temendo di essere morto senza accorgermene (ho rivisto da poco "La morte ti fa bella", di Robert Zemeckis, con Meryl Streep, Goldie Hawn e Bruce Willis), inizio un accurato autoesame clinico: pressione scesa da 140/100 a 120/70, polso da 85/90 a 60/65. Condizioni generali buone (compresi i vari linfonodi che continuano allegramente a prosperare).

Nessuna sensazione di extrasistole o disturbi cardiocircolatori. Resta una sorta di fame d'aria prima di assopirmi, che però cessa immadiatamente sotto sforzo.

Dicono che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare (che non so cosa c'entra ma è una roba interessante lo stesso) così faccio qualche riflessione: ho sempre pensato di essere uno molto stabile, uno che non si lascia sconvolgere dalla vita, uno che può (come quello stronzo della tiritera di Kipling) perdere tutto e restare impassibile (mah!?) e invece, magari, è tutta una roba ansiosa, una di quelle robe psicanalitiche delle quali nessuno sa cosa fare, compresi psichiatri e psicanalisti che , se facessero seriamente il proprio lavoro e giudicandoli da quelli che conosco personalmente, si dovrebbero autoprescrivere serenamente un ricovero in manicomio.

In fondo qualche valida ragione ce l'avrei anche: sono senza lavoro (mi hanno licenziato ed io non ho ancora potuto ricominciare con la professione autonoma per ragioni legali/processuali), sono senza pensione (troppo stupido ed imprevidente), sono affetto da una malattia oramai cronica e mortale (anche se al rallentatore), ho una moglie Strega (che, anche se mi ama teneramente, è sempre una faccenda che crea delle preoccupazioni), due figli mostri (ed anche se pure Loro mi vogliono bene comportano la fatica di girare per casa in armatura). Insomma, se anche avessi qualche problema di ansia, non sarebbe poi stranissimo.

Beh! se si tratta solo di "ansia", non è poi così grave!

Forse riesco persino a sfruttare tutta la faccenda a mio vantaggio: magari potrei convincerli che non sono più in grado di fare la spesa ed i lavori di casa? Meglio di no....sarebbe la volta che invece di ricoverarmi (che sarebbe la mia soluzione ideale) mi imbalsamerebbero per avermi sempre sotto mano.

Genova, febbraio 2002






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Marco Capurro

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