PER ORA TUTTO BENE....
Ho telefonato al mio miniematologo (dopo avergli mandato un fax) e mi è stata fissata un'udienza.
Si tratta di un martedì e quindi ci vado quando mi pare
(non so perchè ho detto una stupidaggine così e neanche quale
sia la relazione tra orario e martedì, però...una ragione ci sarà).
Il disgraziato mi saluta, mi visita, esamina il mio emocromo e, dopo avermi
dichiarato che attualmente sembro in "remissione" ed avermi prescritto
una TAC (tomografia assiale computerizzata, che farò il 14 gennaio p.v.
[prossimo venturo]), mi dice che di autotrapianto non ne possiamo più
parlare (ed io non ne avevo mai parlato) e dobbiamo guardare con preoccupazione
anche l'eventualità di una recidiva (non potrei assolutamente sopportare
un'altra terapia).
Conclude tutta la faccenda con un "Beh! Marco, ce ne preoccuperemo quando
se ne presentasse la ragione. Adesso non pensiamoci!".
Da quello stronzo che sono, naturalmente, devo assolutamente rispondergli: "Insomma, un po' come quel tizio della barzelletta. Quello che cade dal grattacielo e, ad ogni piano, esclama: <per ora tutto bene! per ora tutto bene!...>".
Edoardo mi guarda stranito, senza capire se scherzo o faccio sul serio, ma me ne vado prima di lasciargli il tempo di ragionare.
Il venerdì successivo sono dal cardiologo, che mi trova ipoteso e mi cambia la terapia. Arrivo a casa stanco morto, dopo una coda bestiale, e decido di essere depresso.
Riesco a essere depresso solo fino al giorno dopo, alle ore 14, 04.
Si tratta di una email ed è, come quella di alcuni dei miei lettori, sorprendente.
Lascio perdere le parole gentili ed affettuose di un giovane
uomo che lotta al pari di me, e con maggior ragione e diritto, contro il mio
stesso male e mi soffermo su questa frase:
"tutto quello che posso dirti è, se puoi, di scrivere ancora perchè
i "TUOI STUPIDI RACCONTINI" mi hanno aiutato a vedere la mia malattia
in maniera diversa e, soprattutto, migliore."
Ed io mi sento di nuovo male....e benissimo!
Il mio amico di lettera mi ha dato uno schiaffone che mi meritavo e mi ha scaldato questo maledetto cuore malato,che brontola come una vecchia gilera 250 scarburata.
Ora non ho più il coraggio di essere depresso e penso con preoccupazione alle impreviste conseguenze dei miei sproloqui.
Ho un debito con Te, Stefano 1967, e dubito di poterlo mai saldare...ma avrò sempre dentro l'anima, vada come vada, la serenità e la forza che mi hai regalato.
Grazie, mio giovane e valoroso amico.
Io non lo sapevo...ma ne avevo bisogno.
dicembre 2002
WEB
BASE:PUNTO PARTENZA |