GIORNATA BESTIALE!
Avevo già idea che sarebbe stato un giorno tragico!
Un appuntamento con Cardiologia del San Carlo di Voltri (Km.
25 ca., direzione Ovest, di coda fissa/stabile, con semafori ogni mt.35) alle
ore 09,00. Un'altro con Radiologia del San Martino di Genova (Km. 8, direzione
Est, con altra coda semaforica ogni mt.50) entro le ore dodici.
Da una parte devo fare un'ecocardiodoppler per controllare i progressi del mio
disastro cardiaco. Dall'altra una stadiazione ecografica dell'amico linfoma.
Il tutto condito con una partenza, alle 05,00, dell'Orso verso i campi da sci (e questo vuol dire che il mostruoso ed enorme Atavismo, alla tenera età di ventott'anni, mi sveglierà a]per il "bacino" prima di partire, b]per farmi controllare bagagli ed attrezzatura c]per elencarmi tutto quello che dovrò comprare in sua assenza).
Insomma, ero già messo male per conto mio!
Naturalmente tutto da copione, con l'unica variante costituita dalla mia folle
decisione di spostarmi con la vecchia vespa gialla, cacca di piccione.
Per prudenza (estrema) parto alle 07,00 vs. Voltri e prendo l'autostrada.
Dopo 20 minuti a 60 km. l'ora (il limite massimo raggiunto dal potente velocipede)
mi sento osservato e mi accorgo che, malgrado io viaggi addirittura a cavallo
della linea che delimita la corsia d'emergenza per non intralciare il traffico,
ho almeno dieci TIR dietro le spalle. I Bastardi Giganti della strada sono ancora
più prudenti di me e mi seguono persino nelle oscillazioni dovute al
vento.
Una paura dell'ostia!
Comunque arrivo a destinazione (Osp.S.Carlo di Voltri), debitamente congelato, faccio l'esame cardiografico, con i soliti pessimi risultati, e riparto per San Martino (questa volta sul lungomare, tanto per non morire di paura. Lì i TIR vanno assai più piano).
L'esame ecografico è invece accettabilmente buono. Non
solo non ci sono più i linfonodi "sentinella", ma non ci sono
proprio più linfonodi, nemmeno quelli normali.
Ed in effetti, da qualche tempo, mi sentivo un po' strano.
Ritorno a casa in semiderapata (moderatamente rasserenato dai discreti risultati degli esami) e mi ritrovo in un casino dell'ostia.
In un primo tempo nessuno mi caga e io posso ragionevolmente prendere in considerazione l'ipotesi di essere deceduto da qualche parte nel corso del ritorno. Avendo avuto l'occasione di assistere a "Ghost", come è ovvio, cerco di trovare il sistema di comunicare con le due uniche presenze umane (si fa per dire) della casa, ma sia la Strega sia l'Anaconda non mostrano cenni di comprensione. Alla terza lattina che prendo a calci ed alla quindicesima monetina che faccio scivolare sul muro finalmente l'Anaconda mi apostrofa con la severità dei suoi ventisei anni:" Papà, io ti voglio molto bene, ma c'è un momento in cui anche i bambini più cretini devono crescere. Piantala di imitare Patrick Swaytze ed aiutaci a fare lo spostamento delle scarpe!"
Cazzo! di nuovo il maledetto cambio di stagione.
Protestando vivacemente riesco a convincere le due acchiappatrici di sogni a limitarsi all'abbigliamento pedestre, ma vengo colto in contropiede dall'assenza di carta igienica e spedito in un certo Eurospin, dove le cose "costano pochissssimo!", con una lista chilometrica.
Da quel cazzone che sono ci vado in vespa.
Acquisto tutto ed anche tutta una serie di altre stronzate che nessuno mangerà
e che non serviranno a niente. Chiacchiero di internet con il cassiere, che
mi preleva una buona metà di quello che avrei speso in qualunque altro
supermercato (il risparmio, quindi, c'è veramente!), carico il mio velocipede
(compresi tre cestelli di acqua minerale sul portapacchi posteriore) e parto
per il ritorno.
Soddisfatto degli ottimi acquisti e di trovarmi fuori dalle grinfie delle mie amate Mostre, mi arrischio anche qualche brusca accelerazione.
Sul rettilineo d'arrivo (ormai quasi in vista di casa) sono assordato da una serie spaventevole di esplosioni e mi sento tutto bagnaticcio. "Sangue!" penso un po' preoccupato mentre mi arresto di colpo in derapata. No...è acqua! Le diciotto bottiglie di minerale hanno deciso di scappar via insieme al portapacchi e si sono frantumate sull'asfalto (per fortuna senza danni ad altri esseri umani o macchinari).
Piango qualche minuto sul marciapiede (non per le bottiglie, che ho subito raccolto e buttate negli appositi contenitori per il vetro, ma per l'amato portapacchi).
So bene che a casa nessuno mi sgriderà, soprattutto in considerazione della morte del prediletto portapacchi, ma mi girano le balle lo stesso!
E mi dispiace soprattutto per non essermi reso conto che sia il catorcio giallo merda di piccione, sia il portapacchi sono invecchiati con me e , se va bene, erano anche più malati.
Sono sempre uno stronzo esagerato!
Non avrei dovuto sforzare quel vecchio "tieniroba"oltre il limite
del regno minerale. Magari, per il tempo che ci resta, potevamo invecchiare
insieme.
Ora, invece, oltre a tutto quanto il resto (moglie, figli, libri, websiti, etc. etc.) mi toccherà lasciare solo anche un disgraziato portapacchi nuovo.., e senza nemmeno aver preso con lui una qualche confidenza!
aprile 2003
WEB
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